La Città Vecchia di Taranto, luci ed ombre

La Città Vecchia di Taranto, luci ed ombre

Questo piccolo viaggio all’interno della Città Vecchia di Taranto vorrei iniziarlo dal Ponte Girevole, unico nel suo genere, che collega, appunto, la parte nuova della Città di Taranto alla Città Vecchia.

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Questa volta lo faremo in compagnia della mia Nikon FM2, una macchina fotografica a pellicola degli inizi degli anni ‘80 che monta un obiettivo da 50 mm e 1,8f. Per dare un sapore vintage a questa escursione ho scelto una pellicola bianco e nero.

Una volta superato il Ponte Girevole, troviamo subito il Castello Aragonese dove attualmente c’è una sede della Marina Militare ed una piazza con il Municipio di Taranto. Accanto ci sono due maestose Colonne Doriche, l’unica testimonianza dell’esistenza del tempio dorico di Poseidone a Taranto.

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E’ da qui che inizia questo nostro viaggio nella Città Vecchia. Percorrendo via Duomo, che è una via che taglia tutta la Città Vecchia nella parte mediana, si raggiunge il Duomo di Taranto fino ad arrivare all’altra estremità della Città Vecchia, nella zona della chiesa di San Domenico.

Quasi all’inizio di Via Duomo c’è la Piazza di San Francesco che ospita la sede dell’Università, una pizzeria, un bar ed altri piccoli esercizi commerciali. Tutto molto piacevole a vedersi ma, a parte l’Università che è all’interno di un’antica caserma ristrutturata chiamata Rossarol, un tempo sede del convento di San Francesco, le altre realtà commerciali qui presenti sono variegate e per lo più modeste.

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Addentrandosi nelle vie interne sembra di essere in un piccolo paese…tra viuzze, vicoli, odori, rumori, grida di bambini… bisogna anche fare attenzione ai numerosi motorini tutti o quasi tutti senza targa e, comunque, tutti motociclisti senza casco che sfrecciano indisturbati.

Quello che colpisce di più è lo stato di abbandono di grandi porzioni di questa piccola città: palazzi sventrati, finestre murate, tetti mancanti, balconi cadenti o già caduti!

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Ritengo che in qualsiasi altro luogo si sarebbe fatto il possibile per riqualificare un territorio, specie se di interesse storico ma qui, questa regola generale, non vale. Solo qualche privato ha ristrutturato a sue spese e a suo rischio. Ma la gran parte della città è in un degrado totale.

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Ciò mi addolora molto perché una città come questa che ha il mare ovunque, immersa nella storia come poche altre, dovrebbe avere una vocazione turistica naturale ma, invece, la Grande Industria e questo degrado ci spingono nel profondo delle classifiche sulla qualità della vita.

Eppure fino agli anni ‘60, ‘70 era una città viva, con botteghe, artigiani, negozietti a misura di questo piccolo borgo, addirittura due farmacie a servizio dei numerosi residenti ed una popolazione che viveva soprattutto di pesca. Cosa non ha più funzionato?

A vedere lo stato in cui ora si trova sembra che non ci sia più nulla da fare, i muri delle case finiranno con lo sgretolarsi completamente.

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Per fortuna il nostro giro termina nella marina su Via Garibaldi, una zona dove sono ormeggiate le paranze in attesa di un nuovo viaggio per una nuova pesca. Da qui partono, dal Mar Piccolo, attraversano il Ponte Girevole e nel Mar Grande, superate le scogliere, quando il cielo ed il mare si fondono lungo la linea dell’orizzonte, iniziano la loro attività.

 

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